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Il Cimitero

La nascita e la storia del Cimitero Monumentale della Confraternita della Misericordiareva l’anno 1858 allorché S.A.I.R. il Granduca di Toscana Leopoldo II, tramite l’ufficio del Governo Civile e Militare dell’Elba comunicava al Governatore della Confraternita di Misericordia di Portoferraio dott. Giuseppe Belli, succeduto da poco a Bernardo Senno, la possibilità di costruire un Campo Santo speciale da destinare agli iscritti alla Fratellanza. In una deliberazione dell’11.10.1859 del Consiglio Direttivo della Misericordia, su relazione del Governatore assistito dal Camarlingo Dario Montelatici, si dava atto, dopo estenuanti resistenze, della disponibilità della signora Assunta Corsi a cedere parte di terreno di sua proprietà in località Casaccia, riconosciuto rispondente allo scopo.I contatti dovevano essere stati allacciati in epoca molto anteriore se nel 1837 la Consulta del Governatorato dell’isola d’Elba si era già espressa fornendo istruzioni sui requisiti che il terreno avrebbe dovuto presentare per essere dichiarato idoneo alla realizzazione del cimitero. L’atto di compravendita del terreno avvenne il 17.11.1859 “recognito Lorenzini” registrato a Portoferraio il 19 dello stesso mese, preceduto da un’ennesima deliberazione del Consiglio Direttivo, avvenuta il giorno precedente la stipula, per il perfezionamento di alcune clausole contrattuali; Il prezzo di acquisto fu di “Francesconi dugento e lire italiane millecentoventi”.

ingresso_cimitero_optLa definitiva autorizzazione a costruire arrivò con dispaccio del Ministero della Guerra in data 10.01.1861 n. 162 della Direzione Generale delle Armi Speciali in quanto detto terreno risultava esposto sotto la dipendenza delle Fortificazioni della Piazza di Portoferraio.La Risoluzione Ministeriale poneva le seguenti condizioni: “La confraternita si sottometta per atto pubblico alla condizione di demolire la costruzione ogni qualvolta le circostanze di difesa fossero per esigerlo, ed a semplice richiesta dell’Autorità Militare; che il portico sia protetto con semplice tetto; che la Cappella non si faccia di volta reale ma semplicemente di volterrana; che il muro di recinto del Cimitero non possa avere uno spessore maggiore di metri 0,58”. Questa comunicazione del Comandante Generale Giannotti della Divisione Militare Territoriale di Toscana in Firenze venne trasmessa in data 17 gennaio al Comandante Militare del Circondario di Portoferraio e da questi al Governatore della Misericordia in data 20 gennaio. Non c’è dato di conoscere se le spedizioni avvennero attraverso corrieri militari o a mezzo di servizio postale (in tal caso quasi una posta celere!).L’incarico per la redazione del progetto avvenne nella persona dell’Architetto Carlo Arrighi domiciliato in Portoferraio, il quale si era anche interessato a produrre relazioni di stima (03.05.1861) davanti al Notaro Regio in Portoferraio Teodoro Corsi per l’acquisto di altri appezzamenti di terreno limitrofi al principale per rendere completamente attuabile “l’applicazione del disegno del Campo Santo”. Fu in data 29.04.1861, ricorrenza di San Cristino patrono della città di Portoferraio dal 1763, che venne posta la prima pietra del Sacro Recinto e fondati i due muri laterali. Grande fu la partecipazione dei Fratelli che con nobile gara fornirono la loro opera per i primi interventi edilizi. Si predispose anche l’apertura di note di sottoscrizione settimanali fra gli iscritti al sodalizio di ambo i sessi nominando un collettore per ciascuna di esse note, mentre il Consiglio Direttivo deliberò un prestito di cinquemila lire fiorentine in tante cartelle di lire cinquanta cadauna da alienarsi nell’ambito della Fratellanza con buoni fruttiferi del 5%, prestito da rimborsare in venti anni mediante estrazione di cinque cartelle per ciascun anno.

Non mancarono certo difficoltà e contrattempi durante l’esecuzione dei primi lavori soprattutto sotto l’aspetto delle finanze, comunque il 2 novembre 1861 con solenne e pomposa processione ebbe luogo la benedizione del Sacro Recinto impartita dal Rev.ndo Arciprete Don Benedetto Traditi. A tale epoca risalgono pertanto le prime inumazioni. I lavori proseguiranno per molti decenni progredendo con realizzazioni di lotti di lavoro a completamento delle opere originarie o con successivi ampliamenti, sempre dibattendosi tra innumerevoli difficoltà per il reperimento delle somme di finanziamento, talvolta procedendo all’esecuzione dei lavori prima di aver assicurato il denaro occorrente per i medesimi “siccome così fu la base fondamentale per eseguirli”, come si legge nel Conto Morale di accompagnamento al consuntivo 1867 a firma del Governatore Querci.

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Pur di conseguire il fine di completare i lavori si ricorse anche a prestiti di materiale da costruzione come quello presso l’ufficio del Genio Militare di duemila “quadrucci” e duemila mattoni più volte successivamente reclamati per la loro restituzione (forse invano!). La perizia tecnica prevedente la spesa occorrente per l’esecuzione delle opere murarie necessarie alla montatura della grande cancellata all’ingresso del cimitero sommante a lire 862,80, fu redatta il 20 agosto 1888, ma preventivi per l’installazione della cancellata si rintracciano già in epoca anteriore al 1881. La grande cancellata in ferro che fu opera delle Officine di Costruzione e Fonderie dei Fratelli Gambero di Livorno ha sempre rappresentato un prodigioso esempio di alta competenza e produzione artigianale sia per il prodotto (ferrobattuto e ghisa) che per il disegno e tipo di lavorazione, costituendo nel suo genere una rara testimonianza artistica in assoluta corrispondenza a armonia con l’insigne opera architettonica costituita dal cimitero monumentale. Per la scelta tra i vari progetti pervenuti (ben otto furono le ditte invitate che presentarono offerta) fu nominata una Commissione di Esperti presieduta dal Capitano Giovanni Moneta, caposezione del Genio Militare di Portoferraio e composta dai signori Luigi Filippini e Giulio Pullè, alla quale parve chiaramente “che il progetto presentato dall’Officina Gambero di Livorno eccellesse sovra tutti altri per lo stile severo nel suo insieme, per i dettagli ornamentali arieggianti gli antichi lavori in ferrobattuto, molto in carattere, ….. la solidità dell’insieme è garantita dalla robusta intelaiatura in ferro laminato il quale avvi in questa sufficiente abbondanza”.

La spesa complessiva della cancellata fu di lire 6.457,45; un primo acconto di pagamento di lire 2.300 fu versato il 28 novembre 1888, il saldo di lire 1.000 avvenne il 15 settembre 1889. Questa che precede è una succinta storia della nascita del Cimitero istituzionale, il cui pregevole nucleo architettonico originario è noto come “esedra”. Nel corso degli anni, ma oggi possiamo dire dei secoli, sono stati eseguiti successivi interventi per aggiunte (cappelle gentilizie, tombe di famiglia, ecc.) ed ampliamenti e vi sono sepolti, tra gli altri, cittadini illustri come Elbano GASPERI, l’eroe di Curtatone e Piero TRADITI, il Sindaco che consegnò le chiavi della Città a Napoleone. Durante l’ultima guerra, nel corso di un bombardamento aereo della Città, esattamente l’11 maggio 1944, venne distrutta la parte anteriore del sepolcreto. Successivamente ricostruito ed ampliato, nel 1978 -di fronte alle richieste della Fratellanza di disporre di nuove sepolture- in adiacenza all’esistente è stato realizzato il nuovo Cimitero dove, fino ad oggi, hanno trovato spazio oltre 1500 tombe. Attualmente un nuovo progetto per la realizzazione di ulteriori 500 loculi è in attesa dell’approvazione da parte dell’autorità comunale.

panoramica_02_optCorreva l’anno 1858 allorché S.A.I.R. il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, tramite l’ufficio del Governo Civile e Militare dell’Elba comunicava al Governatore della Confraternita di Misericordia di Portoferraio dott. Giuseppe Belli, succeduto da poco a Bernardo Senno, la possibilità di costruire un Campo Santo speciale da destinare agli iscritti alla Fratellanza. In una deliberazione dell’11.10.1859 del Consiglio Direttivo della Misericordia, su relazione del Governatore assistito dal Camarlingo Dario Montelatici, si dava atto, dopo estenuanti resistenze, della disponibilità della signora Assunta Corsi a cedere parte di terreno di sua proprietà in località Casaccia, riconosciuto rispondente allo scopo. I contatti dovevano essere stati allacciati in epoca molto anteriore se nel 1837 la Consulta del Governatorato dell’isola d’Elba si era già espressa fornendo istruzioni sui requisiti che il terreno avrebbe dovuto presentare per essere dichiarato idoneo alla realizzazione del cimitero. L’atto di compravendita del terreno avvenne il 17.11.1859 “recognito Lorenzini” registrato a Portoferraio il 19 dello stesso mese, preceduto da un’ennesima deliberazione del Consiglio Direttivo, avvenuta il giorno precedente la stipula, per il perfezionamento di alcune clausole contrattuali; La definitiva autorizzazione a costruire arrivò con dispaccio del Ministero della Guerra in data 10.01.1861 n. 162 della Direzione Generale delle Armi Speciali in quanto detto terreno risultava esposto sotto la dipendenza delle Fortificazioni della Piazza di Portoferraio.

La Risoluzione Ministeriale poneva le seguenti condizioni: “La confraternita si sottometta per atto pubblico alla condizione di demolire la costruzione ogni qualvolta le circostanze di difesa fossero per esigerlo, ed a semplice richiesta dell’Autorità Militare; che il portico sia protetto con semplice tetto; che la Cappella non si faccia di volta reale ma semplicemente di volterrana; che il muro di recinto del Cimitero non possa avere uno spessore maggiore di metri 0,58”. Questa comunicazione del Comandante Generale Giannotti della Divisione Militare Territoriale di Toscana in Firenze venne trasmessa in data 17 gennaio al Comandante Militare del Circondario di Portoferraio e da questi al Governatore della Misericordia in data 20 gennaio. Non c’è dato di conoscere se le spedizioni avvennero attraverso corrieri militari o a mezzo di servizio postale (in tal caso quasi una posta celere!). L’incarico per la redazione del progetto avvenne nella persona dell’Architetto Carlo Arrighi domiciliato in Portoferraio, il quale si era anche interessato a produrre relazioni di stima (03.05.1861) davanti al Notaro Regio in Portoferraio Teodoro Corsi per l’acquisto di altri appezzamenti di terreno limitrofi al principale per rendere completamente attuabile “l’applicazione del disegno del Campo Santo”. Fu in data 29.04.1861, ricorrenza di San Cristino patrono della città di Portoferraio dal 1763, che venne posta la prima pietra del Sacro Recinto e fondati i due muri laterali.

Grande fu la partecipazione dei Fratelli che con nobile gara fornirono la loro opera per i primi interventi edilizi. Si predispose anche l’apertura di note di sottoscrizione settimanali fra gli iscritti al sodalizio di ambo i sessi nominando un collettore per ciascuna di esse note, mentre il Consiglio Direttivo deliberò un prestito di cinquemila lire fiorentine in tante cartelle di lire cinquanta cadauna da alienarsi nell’ambito della Fratellanza con buoni fruttiferi del 5%, prestito da rimborsare in venti anni mediante estrazione di cinque cartelle per ciascun anno.

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Non mancarono certo difficoltà e contrattempi durante l’esecuzione dei primi lavori soprattutto sotto l’aspetto delle finanze, comunque il 2 novembre 1861 con solenne e pomposa processione ebbe luogo la benedizione del Sacro Recinto impartita dal Rev.ndo Arciprete Don Benedetto Traditi. A tale epoca risalgono pertanto le prime inumazioniI lavori proseguiranno per molti decenni progredendo con realizzazioni di lotti di lavoro a completamento delle opere originarie o con successivi ampliamenti, sempre dibattendosi tra innumerevoli difficoltà per il reperimento delle somme di finanziamento, talvolta procedendo all’esecuzione dei lavori prima di aver assicurato il denaro occorrente per i medesimi “siccome così fu la base fondamentale per eseguirli”, come si legge nel Conto Morale di accompagnamento al consuntivo 1867 a firma del Governatore Querci. Pur di conseguire il fine di completare i lavori si ricorse anche a prestiti di materiale da costruzione come quello presso l’ufficio del Genio Militare di duemila “quadrucci” e duemila mattoni più volte successivamente reclamati per la loro restituzione (forse invano!). La perizia tecnica prevedente la spesa occorrente per l’esecuzione delle opere murarie necessarie alla montatura della grande cancellata all’ingresso del cimitero sommante a lire 862,80, fu redatta il 20 agosto 1888, ma preventivi per l’installazione della cancellata si rintracciano già in epoca anteriore al 1881. La grande cancellata in ferro che fu opera delle Officine di Costruzione e Fonderie dei Fratelli Gambero di Livorno ha sempre rappresentato un prodigioso esempio di alta competenza e produzione artigianale sia per il prodotto (ferrobattuto e ghisa) che per il disegno e tipo di lavorazione, costituendo nel suo genere una rara testimonianza artistica in assoluta corrispondenza a armonia con l’insigne opera architettonica costituita dal cimitero monumentale.

Per la scelta tra i vari progetti pervenuti (ben otto furono le ditte invitate che presentarono offerta) fu nominata una Commissione di Esperti presieduta dal Capitano Giovanni Moneta, caposezione del Genio Militare di Portoferraio e composta dai signori Luigi Filippini e Giulio Pullè, alla quale parve chiaramente “che il progetto presentato dall’Officina Gambero di Livorno eccellesse sovra tutti altri per lo stile severo nel suo insieme, per i dettagli ornamentali arieggianti gli antichi lavori in ferrobattuto, molto in carattere, ….. la solidità dell’insieme è garantita dalla robusta intelaiatura in ferro laminato il quale avvi in questa sufficiente abbondanza”. La spesa complessiva della cancellata fu di lire 6.457,45; un primo acconto di pagamento di lire 2.300 fu versato il 28 novembre 1888, il saldo di lire 1.000 avvenne il 15 settembre 1889. Questa che precede è una succinta storia della nascita del Cimitero istituzionale, il cui pregevole nucleo architettonico originario è noto come “esedra”.

sezione_storica_02_optNel corso degli anni, ma oggi possiamo dire dei secoli, sono stati eseguiti successivi interventi per aggiunte (cappelle gentilizie, tombe di famiglia, ecc.) ed ampliamenti e vi sono sepolti, tra gli altri, cittadini illustri come Elbano GASPERI, l’eroe di Curtatone e Piero TRADITI, il Sindaco che consegnò le chiavi della Città a Napoleone.Durante l’ultima guerra, nel corso di un bombardamento aereo della Città, esattamente l’11 maggio 1944, venne distrutta la parte anteriore del sepolcreto. Successivamente ricostruito ed ampliato, nel 1978 -di fronte alle richieste della Fratellanza di disporre di nuove sepolture- in adiacenza all’esistente è stato realizzato il nuovo Cimitero dove, fino ad oggi, hanno trovato spazio oltre 1500 tombe.Attualmente un nuovo progetto per la realizzazione di ulteriori 500 loculi è in attesa dell’approvazione da parte dell’autorità comunale. Purtroppo, nelle scorse settimane è crollata improvvisamente una campata del tetto della vecchia “esedra”. Il danno è consistente anche per le precarie condizione della restante parte della copertura. Non disponendo attualmente della somma necessaria, di certo rilevante, per la sua ricostruzione, è stato dato incarico ad un professionista locale per la redazione di un progetto da sottoporre all’attenzione degli organi statali competenti ed in particolare alla Soprintendenza alle BB.AA. di Pisa per uno speciale interessamento ed un adeguato finanziamento.

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